FATTURAZIONE ELETTRONICA
L’obbligo della fatturazione elettronica per le amministrazioni locali decorre dal 6 giugno 2015. Comuni, province e regioni avranno dunque oltre 16 mesi per adeguarsi e cominciare a far viaggiare le fatture sulle piattaforme informatiche messe a punto da Entrate e Sogei per tutti i loro fornitori. A fissare nero su bianco la data da cui decorrerà l’obbligo previsto dalla Finanziaria 2008 sia per le amministrazioni centrali sia per quelle locali, è ora un decreto attuativo messo a punto dal ministro dell’Economia e da quello per la Pubblica amministrazione e la Semplificazione e domani al parere definitivo della conferenza unificata.
Poche righe ma che completano il quadro normativo per far decollare una volta per tutte la “terza gamba” dell’Agenda digitale italiana: quella della fatturazione elettronica (Identità digitale e anagrafe nazionale della popolazione residente sono le altre due). E su cui a scommetterci non è solo la macchina amministrativa ma anche i privati. Tra questi il Consorzio Cbi cui aderiscono 600 istituti finanziari che offrono servizi a oltre 920mila imprese. In un contesto in cui la priorità per recuperare risorse passa per il taglio dei costi nella Pa, come ricorda il direttore generale del Consorzio, Liliana Fratini Passi «con l’introduzione della fatturazione elettronica verso la Pa si possono ottenere risparmi diretti per oltre un miliardo di euro l’anno (se si considerano solo gli impatti interni alle Pa) e di circa 1,6 miliardi se si vogliono considerare anche i potenziali effetti sui fornitori della Pa stessa».
C’è poi un risvolto difficile da quantificare ma che potrebbe dare comunque risultati eclatanti: la trasparenza e la tracciabilità dei pagamenti con la fatturazione elettronica sono un’arma in più per il contrasto all’evasione fiscale e al sommerso. Ma come sempre accade i buoni propositi e le best practices in Italia non sempre trovano riscontri immediati. Il Direttore generale del Consorzio precisa che gli «enti che si sono dichiarati disponibili alla ricezione di fatture elettroniche attualmente sono al di sotto delle aspettative. Da una verifica al 12 febbraio scorso le ammministrazioni registrate ai servizi di fattura elettronica sono soltanto 50 e di queste solo 14 Pa centrali».
Eppure la macchina e gli istituti finanziari che aderiscono al Consorzio sono pronti. Già dal 6 dicembre scorso, conclude il Dg di Cbi, è disponibile la funzione «Fattura PA» che consente a un consorziato di interfacciarsi con il sistema di interscambio dell’agenzia delle Entrate gestito da Sogei per l’invio delle fatture elettroniche per conto dei propri clienti aziende creditrici, così come la ricezione di fatture elettroniche per conto delle proprie clienti pubbliche amministrazioni debitrici.
Tutto pronto dunque, ora tocca alla macchina statale e locale mettersi in gioco.